domenica 13 marzo 2011

Scuola pubblica e/o scuola privata???

La manifestazione di ieri in difesa della Costituzione e della scuola pubblica è “legittima ma su un presupposto sbagliato”, secondo il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Alla trasmissione Che tempo che fa del 13 Marzo il ministro ha infatti ribadito che “da questo governo non c’è stato nessun attacco alla scuola pubblica. Molti di quelli che sono scesi in piazza in difesa della scuola pubblica mandano i figli a quella che loro chiamano scuola privata. Lo trovo un po’ incongruente”.

“Credo che separare la scuola statale e la scuola paritaria sia un errore. Dovrebbero tutti concorrere per migliorare la scuola pubblica, sia che si tratti di scuola statale, sia paritaria”. Gelmini ha ribadito che nel suo intervento Silvio Berlusconi aveva parlato del “principio sacrosanto della libertà di scelta educativa, che è nella Costituzione”.

Infatti dopo le recenti dichiarazioni del Premier Silvio Berlusconi sulla scuola pubblica (dichiarazioni che il Premier ha precisato fossero state travisate dalla stampa…) era inevitabile che si sollevasse la voce di rabbia e indignazione da parte  di studenti, famiglie, professori e non solo, perchè ad alzare la voce sono anche alcuni  artisti nazionali come Neri Marcorè, Roberto Vecchioni e Jovanotti che, prendendo spunto dall’iniziativa lanciata da L’Unità di raccogliere le firme contro le proposte lanciate dall’attuale governo, hanno lasciato messaggi di incoraggiamento verso i giovani studenti. Proprio oggi il quotidiano diretto da Concita De Gregorio ha pubblicato un editoriale di Jovanotti in cui il cantautore esprime la sua opione sulla scuola pubblica.
A seguire vi propongo la lettera di Lorenzo Jovanotti menzionata da Fazio durante il programma per la metafora interessante sulla scuola privata.

"Quando nostra figlia è arrivata all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E’ nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo di inserirla in una realtà problematica ma era proprio quello il motivo della scelta.
Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane cittadina, che non fosse gestito come un’azienda e che non basasse i suoi principi su una dottrina religiosa per quanto ogni religione venisse accolta. Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di conquiste e di errori, di piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di diversi saperi e di diverse ignoranze. C’è da imparare anche dalle ignoranze, non solo dai saperi selezionati. La scuola è per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così, è una grande conquista avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo.
Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio e impara tre lingue. A che serve sapere tre lingue se non sai come parlare con uno diverso da te ? Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano il loro tempo migliore, con cura, con affetto vero per quei ragazzi.
Tra le persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori di scuola, maestre, ho una cugina che è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non sono dei cinici, fanno il loro lavoro con passione civile tra mille difficoltà e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perchè offenderli? Perchè demotivarli? Perché usare un termine come “inculcare”? E’ una parola brutta che parla di un mondo che non deve esistere più.
La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è la lotta tra Rai e Mediaset o tra due supermercati per conquistarsi uno spettatore o un cliente in più, non mettiamola su questo piano…
La scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di quelli che non hanno figli e anche di quelli che mandano i figli alla scuola privata, è questo il punto. E’ una conquista, è come l’acqua che ti arriva al rubinetto: poi ognuno può comprarsi l’acqua minerale che preferisce ma guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali. E’ una conquista della civiltà che diventa un diritto nel momento in cui viene sancito. Ma era un diritto di tutti i bambini già prima, solo che andava conquistato, andava affermato. La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata.

In quanto idea, e poi proprio in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi le lavagne. Bisogna amarla, ed esserne fieri!!!".

2 commenti:

  1. La lettera è quasi commovente.
    La Gelmini che in malafede equipara le scuole statali a quelle paritarie invece è nauseante: scuole private che ricevono finanziamenti pubblici (oltre alle rette) ma che non danno libero accesso a tutti i cittadini, come nel caso delle scuole del bresciano che non accettavano disabili in quanto di gestione troppo onerosa.
    Sapere libero per tutti!

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  2. non avevo ancora avuto occasione di leggere la lettera di Jovanotti è davvero bella, dovrebbe essere presa ad esempio e "inculcata" ben bene nelle teste di molte persone...
    complimenti per il blog!!! ;)

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